IBM e UNIONSOA per la P.A.:
la blockchain per il Codice dei contratti e per il Codice degli Appalti pubblici
La digitalizzazione e semplificazione della Pubblica Amministrazione sono temi di urgente attualità nel panorama delle riforme in atto in Italia ed in particolar modo nell'ottica di aggiornamento del codice dei contratti.
Al riguardo si è espressa Unionsoa, Associazione Nazionale Società Organismi di Attestazione che rappresenta attualmente il 60% del mercato delle attestazioni che in collaborazione con IBM ha proposto un progetto che prevede l'impiego della blockchain per favorire i processi di snellimento e trasparenza da attuare in alcune dinamiche della P.A., in particolar modo in vista della prossima approvazione del Regolamento di attuazione del Codice degli Appalti pubblici.
Il progetto, realizzato con tecnologia blockchain su cloud IBM, si snoda lungo due asset:
la notarizzazione dei documenti e delle dinamiche di partecipazione;
la notifica agli interessati delle stesse.
Il primo aspetto è rendere in modo incontrovertibile, trasparente ed univoco l'accesso e la lettura dei documenti ed in genere delle informazioni facenti parte della gara per tutti i soggetti autorizzati ad accedere al sistema. Questo permetterà di erogare alcuni servizi tra i quali la prova di esistenza di un dossier, la prova di originalità, la prova di data e di provenienza certa, indicando chi ha creato il documento.
Il secondo aspetto è volto a dare evidenza certa delle modalità di gestione della documentazione memorizzandone su blockchain ogni passaggio. Gli attori interessati potranno accedere al fascicolo e conoscere il suo evolversi nel tempo senza alcuna interazione con soggetti terzi.
Il dilemma che però a questo punto è d'obbligo porsi è se, ma fatichiamo a pensarlo, IBM sfrutterà a pieno ed in modo estremamente democratico ed incorruttibile l'uso di una blockchain pubblica o si affiderà, come è più probabile che sia ad una blockchain, o meglio ad un DLT, privata di cui la P.A. assuma il totale controllo come soggetto Trusted. Tale impostazione sembrerebbe rientrare persino nei canoni di quanto previsto nel progetto IBSI che vede, come ormai disvelato, una piena centralità, seppur in minima parte distribuita, degli organi di controllo della Pubblica Amministrazione.
Staremo a vedere.
La blockchain nel mercato immobiliare: un nuovo caso d'uso
Nei paesi di cultura anglosassone è da tempo possibile, e molto in voga, acquistare e vendere immobili in asta tra privati. USA, UK e Australia, sono stati pionieri del servizio ma ora sarà possibile accedere a tale opportunità anche in Italia attraverso una piattaforma denominata HomesToPeople.
Al fine di ottenere un significativo plusvalore dall'ecositema, è necessario quindi che le transazioni avvengano rispettando alcuni requisiti di valore. La trasparenza in primis, sia dal punto di vista dello svolgimento della transazione, in cui ogni rilancio da parte dei possibili acquirenti viene comunicato in tempo reale a tutti i partecipanti, sia dal punto di vista della documentazione relativa all’immobile, che viene messa a completa disposizione in modo chiaro già prima della trattativa.
A tal fine il sistema è stato implementato dall'utilizzo della tecnologia blockchain che entra a pieno titolo in questo processo.
Essa aiuta a tracciare in modo netto ed incontrovertibile la storia di ciascun immobile per garantire appunto la massima trasparenza. Lo strumento è quello di notarizzare su blockchain gli atti di provenienza, i certificati catastali, le visure ipotecarie, i documenti urbanistici e “distribuirli” in modo fruibile ed accessibile in modalità peer to peer. Inoltre, trattandosi di aste immobiliari, l’immobile e le offerte ad esso associate restano in questo modo tracciate per sempre, facendo della stessa blockchain una fonte terza e garante della verificabilità dei documenti e delle transazioni avvenute.
Si tratta certamente di un buon inizio per il contesto delle compravendite immobiliari che però apre ad un utilizzo della blockchain molto più ampio che va dalla tokenizzazione degli assets immobiliari fino alla loro circolazione o addirittura la costruzione di impianti speculativi sugli stessi.
Blockcinema
Il mondo del cinema è particolarmente complesso e, non a caso, prevede l'interazione di molti “attori” che non sempre sono appunto i performer della recitazione.
Produttori, sceneggiatori, registi e appunto attori in senso proprio del termine sono coinvolti in dinamiche che conducono, se tutto va bene, alla realizzazione di un film.
Pertanto il prodotto cinematografico necessita di essere approvato, finanziato, distribuito e così via...
La tecnologia blockchain consente l’eliminazione dei gatekeeper tradizionali e conferisce potere decisionale, ad esempio, alla comunità di creatori, ai fan interpellati in modo democratico e credibile e ad altri contributori.
I creatori possono condividere le loro idee direttamente con la comunità e ricevere feedback in tempo reale sulle loro storie. Maturare una traction credibile che permetta loro di proporre l'opera al produttore, ad un finanziere o un dirigente di studio di grande fama chiamato a finanziarla. Ma non è tutto. Immaginiamo che una comunità sociale di individui intenda produrre un documentario a scopo divulgativo. L'utilizzo della blockchain può permettere la creazione di processi di raccolta fondi all'interno della stessa comunità in modo trasparente e rapido oltre che prevedere la ripartizione dei proventi tra gli stakeholders in modalità automatica successivamente alla distribuzione dell'opera.
Questo processo di disintermediazione ed automatizzazione può essere una chiave di volta per il rilancio dell'industria cinematografica oltre che per la creazione di un mainstream di contenuti culturali accessibile a tutti in modo più democratico.